Interior design

Interior design, guai a considerarlo solo un hobby

Al tempo di re e corone, di sfarzo e lusso, regine infanti e dame di corte erano solite combattere la noia di giornate vissute in assoluta accidia e totale disimpegno dilettandosi nell’arredo degli interni kilometrici e degli spazi infiniti delle loro dimore regali, accompagnate da un ginepraio di vallette pronte a soddisfare e assecondare ogni loro sfizio, ogni loro pretesa, per quanto assurda potesse apparire ad occhi estranei. Sono trascorsi secoli dall’epoca dei “re sole” e degli “Enrico VIII”, ciononostante l’interior design viene tuttora confuso spesso con un semplice passatempo, rischiando così di sminuire una professione seria e qualificata, divenuta oggi imprescindibile nel settore arredamento e dell’artigianato mobili. Infatti, in una società contemporanea che tende a ridurre le superfici abitabili proiettandoci verso una sostituzione sempre più radicale dei luoghi reali con non luoghi virtuali, l’ottimizzazione dello spazio che riesce a garantire il “design interni” rappresenta l’unica evoluzione sostenibile per gli arredatori. E fra cultura dell’estetica e principio della funzionalità, spetta proprio all’interior designer raggiungere una sintesi efficace ed efficiente, che possa tradursi in mobili adattabili ed arredamenti personalizzabili. Ricapitolando quindi, se siete alla ricerca disperata di idee per arredare casa, non affidatevi al primo parente/amico/conoscente che vi confida di aver seguito un seminario di interior design all’università, pretendete l’esperienza di un’azienda specializzata e di professionisti affermati.



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